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Istituto Comprensivo di Galliera Veneta

Incontro con l'autore Scuola Secondaria

Istituto Comprensivo Statale di Galliera Veneta

Istituto Comprensivo di Galliera Veneta
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Incontro con l'autore Scuola Secondaria

Gli alunni raccontano l'incontro con l'autore:
 
 
Roberto Nardello fa parte dell’Associazione Nazionale degli Alpini, Sezione Padova-Centro Studi.
Il 27 gennaio si ricordano tutte le persone che hanno sofferto durante la seconda guerra mondiale rispettando un minuto di silenzio a mezzogiorno. Si celebra il fatto che l’esercito russo sia entrato dalle porte del campo di concentramento di Aushwitz.
La Germania fu la prima a pubblicare le leggi raziali. Dalla Germania le persecuzioni si estesero agli zingari, associali, omosessuali,…e vennero messi nei campi di sterminio, dove venivano fatti lavorare fino a morire o messi nelle camere a gas.
Gli ebrei, per essere riconosciuti avevano un simbolo: la stella a sei punte con dentro scritto “Jude”.
Chiamavano le loro persecuzioni “shoah”, che significa sterminio, uccisione.
A Padova si trova il “Giardino dei Giusti”, cioè di quelle persone che hanno in qualche modo aiutato gli ebrei.
Joyce Lussù è l’autrice della poesia “scarpette rosse”.
Ci sono stati:
2.000.000 di militari sotto le armi;
Di questi:
1.007.000 sono militari catturati;
169.000 militari sono scappati;
94.000 militari sono stati mandati all’esercito tedesco;
103.000 militari hanno collaborato ad entrare nell’esercito tedesco,
8.000 donne sono state mandate nei lager.
 
Il libro
L’idea è nata perché suo zio Cesare è morto in campo di concentramento nel luglio del ’43.
Dove era andato a finire? Dove è morto?
Roberto ha fatto molte ricerche…poi è arrivato alla conclusione che suo zio è morto a Dora-Mittelbau, un campo di lavoro dove costruivano le bombe.
Dunque ha impostato un romanzo in modo che la lettura non fosse noiosa, voleva che  il libro interessasse.
Ha inventato i personaggi ma il viaggio, i luoghi e i tempi sono documentati.
La moglie ha contribuito alla realizzazione del romanzo colorando i disegni con l’acquarello.
Questo libro parla di un giovane ragazzo, Candido, che parte con il treno per andare in caserma a Udine.
L’ 8 settembre, tutte le caserme di Udine vengono circondate dai tedeschi, prendono le persone che sono all’interno e le portano alla stazione di Udine.
Arrivano in Germania e le persone vanno a lavorare nelle gallerie in cui si costruivano missili. Molti morivano e venivano bruciati.
Chi osava ribellarsi veniva immediatamente fucilato.
Uno degli amici di Candido allora cerca di nascondersi nei campi, ma viene scoperto e fucilato.
Candido alla fine si ammala. A gennaio arrivano gli americani e liberano i campi di concentramento.
 Buccinnà Anna  3D 
 
 

Roberto Nardello oltre a essere un poeta, scrittore, preside, e quindi professore, è anche un alpino.Ha scritto libri di ogni genere accomunati da fonti storiche provate e studiate. Lui ha inventato i personaggi, ma il paesaggio, i luoghi, e i tempi sono veri. Alcuni libri che ha scritto sono:

  • Perché … uno dei tanti.
  • Storie d’arte. Racconti di altri tempi
  • Guerra Granda
  • Sta scrivendo un altro romanzo che è a metà ma non riesce a continuare perché ha il blocco dello scrittore. Non vuole rivelare in che cosa sarà incentrato il suo nuovo libro.

Lui scrive e sua moglie, essendo pittrice, disegna scene dei suoi libri. Decise di scrivere “Perché … uno dei tanti” poiché anche lui subì un lutto. Suo zio paterno, Cesare Nardello, morì nel campo di lavoro a Doramittelbau. Lui racconta la storia di Candido, ragazzo di venti anni era soldati e lo portarono nei campi di lavoro dove lavoro in una miniera, per non farsi vedere, che creare bombe. Pochi mesi prima della liberazione si ammalò. Per me è la storia di suo zio. Dentro al libro” Perché … uno dei tanti” è un insieme di cinque storie con protagonisti diversi. Nardello ci ha parlato della seconda guerra mondiale e di quello che succedeva. Certe cose le sapevamo già altre no, ma parlare di questo olocausto mi rende sempre più consapevole dello sterminio che hanno provocato. Si, fa paura e ti impressiona quanto possano essere disumane le persone ma ti rende partecipe del dolore che hanno provato. Come ci ha detto Nardello: parliamo e studiamo e approfondiamo per non dimenticare e non ripetere!Dal 2000 in ogni scuola verso 12:00 si fa un minuto di silenzio per tutte le persone morte nella seconda guerra mondiale. Ma perché proprio a 12.00? Perché circa a quell’ora vennero aperte le porte del campo di concentramento di Auschwitz, in Polonia. Quando gli italiani si schierarono dalla parte nemica, contro Hitler, anche gli italiani furono vittime di violenza.

  • Italiani: soprattutto spediti dei campi di lavoro (da quanto lavoravano morivano)
  • Ebrei: spediti nei campi di sterminio (venivano uccisi subito o dopo poco)
  • Anche omosessuali, malati di mente, diversamente abili, persone diverse nella società venivano uccisi come gli ebrei.

Per essere riconosciuti gli ebrei dovevano portare una stella, la stella di David che rappresenta la loro religione. La stella aveva scritto JUDE e aveva sei punte. Gli ebrei chiamarono gli olocausti Shoà nella loro lingua. Joyce Lussu, scrittrice inglese che scrisse “scarpette rosse”. Fu arrestata, quindi sa cosa si prova a essere deportati. IMI (internati militari italiani)

  • 2.000.000: italiani sotto le armi
  • 1.007.000:  italiani catturati e deportati
  • 196.000: italiani scappati dalla deportazione
  • 94.000: italiani decisero di collaborare con i tedeschi
  • 120.000: italiani che lavorano in campi di lavoro
  • 8.000: donne che si trovavano nei lager
  • 10.000: ebrei italiani interrati

Martina Zanettin 3^D 

 

L'incontro con l'autore Roberto Nardello per me è stato molto importante perché ho imparato informazioni nuove sulla Seconda Guerra Mondiale.
Ho conosciuto meglio quello che è successo agli ebrei e alle altre persone perseguitate da Hitler e dai tedeschi (soprattutto da loro), poi ho capito che i prigionieri erano trattati peggio degli animali.
Ho capito che ci sono stati milioni di morti e che in Veneto ogni famiglia aveva almeno un lutto in famiglia e che dopo la guerra le condizioni di vita erano pessime.
Mi ha colpito molto sapere che ci sono stati 5860000 morti tra gli ebrei e anche che ve ne erano molti italiani.
Ho imparato anche che la Germania fu il primo stato ad applicare le leggi razziali, che la parola Shoah significa sterminio del popolo ebreo.
Questo incontro mi è servito per capire meglio quello che è successo alle persone perseguitate e anche agli italiani che dopo l'armistizio venivano catturati e trattati come animali.

 


Roberto Nardello è un alpino che per vent’anni ha fatto il preside in una scuola. È originario di San Martino di Lupari e oltre ad essere scrittore e anche un poeta. Il professor Nardello ha scritto un libro che parla della Prima guerra mondiale, ma il libro che ci ha presentato parla della Seconda guerra mondiale e si intitola “Perché?... uno dei tanti”. 
L’idea per questo libro gli è venuta quando ha ritrovato dei documenti che attestavano che un suo zio paterno era morto, ma non sapeva dove così fece delle ricerche e scoprì che morì in un campo di concentramento. 
I personaggi del libro sono inventati, ma i luoghi, il tempo e i viaggi sono veri. 
Prima di parlarci del libro, però, ci ha presentato un po’ la Seconda guerra mondiale e in particolare gli IMI, cioè gli Internati Militari Italiani ossia i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943. Questi sono alcuni numeri. 
Dei 2 milioni di militari alle armi 1.007.000 vennero catturati. Di questi prima della primavera del 1944 decisero di collaborare con i Tedeschi e circa 630.000 non si lasciarono convincere. In tutto circa 196.000 riuscirono a scappare alla deportazione e 13.000 persero la vita in Grecia. I soldati costretti ai lavori forzati furono 100.000 e 120.000 finirono nei campi di lavoro. Di questi due milioni di militari furono 75.000 a morire sul fronte orientale. 
Oltre ai soldati vennero internati 10.000 ebrei italiani e 8.000 donne, di cui 4.500 ebree. Gli ebrei erano “segnati” da una stella gialla con al centro la scritta Jude e tutti gli internati erano distinti grazie a dei ricami sui vestiti. 
Il termine “Shoa” che indica tutte queste morti è di origine ebraica e significa infatti “sterminio”. 
I campi si potevano distinguere in tre tipologie: campi di sterminio, campi di lavoro e campi di passaggio. La maggior parte era concentrata in Germania, il luogo da cui si diffusero le leggi razziali e le persecuzioni. Un esempio è, oltre al famoso campo di Auschwitz, il campo di Dora-Mittelbau dove gli internati costruivano le bombe per l’esercito tedesco dentro delle gallerie risalenti alla Prima guerra mondiale. 
Ci fu però qualcuno che cercò di aiutare gli ebrei e in Italia sono chiamati “I giusti”, come Giorgio Perlasca. 
Inoltre, dal 2000 nelle scuole è obbligatorio fare un minuto di silenzio alle 12:00 del 27 gennaio che è la giornata della memoria.

Ilenia Giangrande 3D

 
 

Oggi abbiamo avuto la possibilità di incontrare un autore veneto di nome Roberto Nardello che ha scritto vari libri ma che oggi ci ha presentato il suo libro: ”Perché?... Uno dei tanti”.L'autore Roberto Nardello ambienta questo suo romanzo storico nel periodo 1943-1945 che ha come scenario principale la realtà tragica dei lager nazisti. Il personaggio centrale è Candido, un giovanotto di un paesetto del padovano, che parte per la naia nel mese di luglio 1943. L’autore ha inventato il personaggio ma si è ispirato dalla storia di suo zio Cesare Nardello che è andato in guerra ma che non è più ritornato. Quella del 1924 è stata l'ultima annata ad essere chiamata alle armi. Il giovane era convinto di non esser obbligato a presentarsi perché pensava che la guerra fosse nella fase finale, invece anche lui, diciannovenne, riceve la cartolina di precetto, cioè di invito a presentarsi in caserma per svolgere il servizio militare. Quando l'Italia firma l'armistizio con gli angloamericani egli si trova ancora nella fase di addestramento. Però dopo quell’evento fu portato come prigioniero in Germania . È uno dei tanti internati militari italiani deportati nelle migliaia di campi di concentramento nazisti. Dopo un lungo ed avventuroso viaggio, condannato ai lavori forzati, varca i cancelli del lager Dora-Mittelbau. Inizia così un periodo di sofferenza e di dolore accanto ai suoi amici commilitoni più cari. Ed è proprio qui che si consuma il dramma. Per me l’autore è riuscito a spiegare bene tutte le cose riguardanti la 2^ Guerra Mondiale e perciò secondo me è stata una presentazione molto costruttiva per tutti i ragazzi che come me hanno cercato di seguire tutto ciò che diceva l’autore.

Nicholas Pavanello 3^D

 

 

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